Sono migliaia le persone in possesso di buoni fruttiferi postali che hanno scoperto, solo nel momento in cui si sono recati presso gli uffici postali per incassare i loro buoni, che gli importi riportati nel retro degli stessi non coincidono con quanto Poste Italiane intende corrispondere loro.
Su questo problema si sono pronunciati, ripetutamente, sia la Cassazione che l’Arbitro Bancario Finanziario, consentendo così di fare chiarezza sul diritto da parte del risparmiatore di ottenere le maggiori somme che risultano per iscritto nel proprio buono.
Tutti i possessori di buoni fruttiferi postali, sottoscritti a partire dal 14 luglio 1986, possono far analizzare i propri buoni per controllare se l’importo che Poste Italiane intende corrispondere, o ha già corrisposto (se i buoni sono già stati incassati), è corretto rispetto a quanto dovuto in base alle più recenti pronunce dei Tribunali e dell’Arbitro Bancario Finanziario.
Da anni, infatti, mi occupo con successo delle vertenze nei confronti di Poste Italiane e sono moltissimi i risparmiatori, titolari di buoni fruttiferi delle serie “O”, “P”, “Q/P”, “Q” che, grazie al mio intervento, sono riusciti a ottenere quanto richiesto (link agli articoli di giornale già usciti).
Grazie all’esperienza maturata seguendo centinaia di casi relativi ai buoni fruttiferi postali in tutta Italia e agli ottimi risultati raggiunti (tutte le mie azioni hanno ottenuto i risultati attesi), esaminando la copia, fronte e retro, del buono fruttifero posso verificare se l’importo corrisposto da Poste Italiane è corretto, determinare l’effettiva somma dovuta e valutare la miglior strada da seguire per ottenere la corresponsione di quanto dovuto per il titolare del buono fruttifero. A tal fine è sufficiente inviarmi copia, fronte e retro, di ogni singolo buono (insieme alla ricevuta di rimborso se il buono è già stato incassato) all’indirizzo e-mail: contatti@avvocatoalbertorizzo.it
Nel caso in cui i buoni siano già stati incassati il diritto non si è pregiudicato, in quanto è comunque possibile ottenere le maggiori somme dovute in forza dei rendimenti riportati nel retro del buono: è sufficiente avere copia dei buoni fronte retro o richiederne un duplicato all’ufficio postale.
È possibile, anche se i trent’anni di durata del buono non sono ancora trascorsi, verificare se l’importo che Poste Italiane intende corrispondere è corretto o no.
In tutti i casi in cui non si è più in possesso del buono fruttifero avendolo già incassato, è possibile ottenerne una copia, in quanto è dovere di Poste Italiane consegnare all’intestatario un duplicato del proprio buono.
Per ottenere il duplicato del buono è sufficiente fornire i dati relativi allo stesso (ad esempio, indicando gli intestatari, la data di sottoscrizione, il capitale investito, il numero del buono e la serie) facilmente ricavabili dalla ricevuta di incasso del buono e corrispondere un importo che è di circa 10 euro per copia.
Nel caso in cui non si sia in possesso dei dati relativi al buono, prima di chiederne il duplicato, sarà necessario fare una ricerca a nome dell’intestatario del buono presso gli uffici postali, fornendo quanti più dati utili si riesce a ricordare (capitale investito, data di sottoscrizione, serie, eccetera). Conclusa la ricerca, Poste Italiane consegnerà una lista con tutti i buoni e sarà possibile decidere di quali buoni richiedere la copia.