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Decisioni Arbitro Bancario FinanziarioPoste condannata per i buoni: in Sicilia arrivano 107.000 euro per i buoni della serie “Q/P”

29 Settembre 2021

Il Collegio di Palermo dell’A.B.F. ha riconosciuto il diritto a godere delle somme riportate nella tabella posta nel retro dei buoni della serie “Q/P”, per altri 107.000 euro rispetto a quanto proposto dalle Poste, accogliendo le richieste di un risparmiatore della provincia di Catania

 

Il caso sottoposto all’Arbitro

Il titolare di cinque buoni della serie “Q/P”, emessi (tre) il 2 marzo del 1988 e (due) il 9 ottobre del 1990, tutti del valore di Lire 5.000.000 ciascuno, si era visto respingere le richieste di riconoscimento degli interessi riportati nel retro dei titoli, a causa di una modifica dei rendimenti avvenuta prima della loro sottoscrizione, e di un timbro che Poste aveva collocato sopra la tabella, la quale riportava i tassi d’interesse applicati.

Il contenuto della decisione sui buoni della serie “Q/P”

Con questa pronuncia il Collegio di Palermo dell’Arbitro ha stabilito la prevalenza di quanto riportato sui buoni della serie “Q/P”, rispetto alle modifiche introdotte con decreto ministeriale, in epoca precedente alla loro firma, senza che a nulla valesse il timbro collocato da Poste.

Quest’ultimo, infatti, infatti, prevedeva gli interessi dovuti soltanto per i primi venti anni di validità dei buoni, non stabilendo nulla per gli interessi da pagare in favore del titolare per gli ultimi dieci anni di durata.

La questione affrontata dall’Arbitro: Poste condannata per i buoni

Con questa decisione, Poste condannata per i buoni e, quindi, tenuta a rimborsare al titolare, assistito dall’Avvocato braidese Alberto Rizzo, Giurista esperto nella materia del diritto bancario e postale (https://avvocatoalbertorizzo.it/video/), gli interessi previsti per gli ultimi dieci anni, e non quelli inizialmente versati dall’intermediario.

Così il risparmiatore è riuscito a farsi riconoscere altri 107.000,00 euro rispetto a quanto voleva inizialmente corrispondere la controparte.

La pronuncia sui buoni della serie “Q/P”

Si tratta di una decisione che conferma la possibilità, per le migliaia di titolari dei buoni della serie “Q/P”, di ottenere ciò che a loro compete.

In questo periodo, infatti, decorsi i trent’anni dall’emissione, svariati risparmiatori si recano negli uffici postali e, non consapevoli dei loro diritti, si vedono riconoscere importi inferiori rispetto ai rendimenti previsti nei buoni.

A questo riguardo, è necessario che ogni titolare di un buono postale, emesso dopo il giugno del 1986, lo faccia esaminare per verificare se ha diritto a farsi corrispondere un importo maggiore rispetto a quanto calcolato da Poste, tramite il sito della Cassa Depositi e Prestiti.

E questo anche se il titolo è già stato incassato: fondamentale, in merito, è che non siano passati oltre dieci anni da questa data.

 

 

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