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Attività professionaleRimborso per la serie Q/P dei Buoni Postali: 87.000 euro a Domodossola

2 Dicembre 2020

Il Collegio di Torino dell’Arbitro Bancario ha sancito il diritto di tre risparmiatori di Domodossola, cointestatari di 6 buoni postali fruttiferi della serie q/p, a riscuotere gli importi riportati nella tabella posta nel retro, pari a circa 235.000 euro, e non gli importi inferiori riconosciuti da Poste, invece corrispondenti a 148.000 euro.

 

Rimborso serie Q/P buoni postali

I risparmiatori, titolari di buoni emessi dal 16 luglio 1986 al dicembre 1987, si erano visti respingere le proprie richieste di riconoscimento degli interessi riportati nel retro a causa di una modifica dei rendimenti avvenuta nel 1986, prima della loro sottoscrizione, e di un timbro che Poste aveva apposto sopra la tabella.

Il Collegio di Torino ha affermato la prevalenza di quanto riportato sui buoni fruttiferi, rispetto alle modifiche apportate con decreto ministeriale in epoca antecedente alla sottoscrizione degli stessi, e senza che a nulla valesse, a tal fine, il timbro apposto da Poste.
E ciò perché questo timbro prevede gli interessi dovuti esclusivamente per i primi venti anni di validità del titolo, non dicendo nulla per gli interessi da corrispondersi in favore dei risparmiatori per gli ultimi dieci anni.

87.000 euro rimborsati ai risparmiatori

Con questo provvedimento Poste Italiane è stata condannata a rimborsare ai risparmiatori, assistiti dall’Avvocato braidese Alberto Rizzo, Specializzato in diritto bancario e postale, gli interessi previsti sui propri buon per gli ultimi dieci anni di validità dei titoli, e non quelli inizialmente riconosciuti da Poste Italiane. In tal modo i risparmiatori sono riusciti a farsi riconoscere oltre 87.000,00 euro in più rispetto a quanto voleva inizialmente corrispondere Poste.

Si tratta di un importante decisione per le migliaia di titolari di buoni postali che in questi anni, decorsi i trent’anni dalla sottoscrizione, si recano presso gli uffici postali e che ignari dei propri diritti, si vedono riconoscere importi inferiori rispetto ai rendimenti previsti nel buono.
A tal fine è opportuno che ogni persona in possesso di un buono emesso dopo il giugno del 1986 faccia esaminare lo stesso, per comprendere se abbia diritto a farsi corrispondere un importo maggiore rispetto a quanto determinato da Poste, e ciò anche se il buono è già stato incassato.

 

 

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InvestireOggi, 1 dicembre 2020

 

 

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