L’alta finanza alla portata di tutti
Professor Beppe Ghisolfi, viviamo in un periodo dove vige la politica dei tassi zero o, addirittura, dei tassi negativi sui depositi. Come la giudica, in questo contesto di crisi, nella prospettiva di uno stimolo ai consumi e, quindi, alla ripresa?
“La base della politica dei tassi zero, o dei tassi negativi (dove il denaro, anziché rendere in termini di interesse maturato, provoca un costo a carico del detentore) è che questa politica venga a stimolare i consumi. Si spende di più perché il credito costa, o meglio costerebbe, meno, mentre non vi è nessun incentivo a risparmiare perché questo non viene premiato. A questa operazione sui tassi si accompagna l’intervento sul mercato con l’acquisto dei titoli di stato o azionari, attività che mantiene bassi i rendimenti, alti i costi ed immette liquidità nel sistema. Tanto per fare un esempio, la Bank of Japan, a forza di comprare ETF su azioni giapponesi, ne possiede l’80 percento. Il problema è che una ricerca di Bank of America, istituzione che conosco personalmente per i miei frequenti soggiorni a Washington, ha messo in relazione i tassi di interesse pagati sui titoli di stato USA: legati, quindi, alla politica monetaria seguita dalla Banca Centrale e alle spese delle famiglie. In teoria, dovremmo avere la spesa massima a fronte di tassi minimi dei titoli di stato, che influenzano i tassi pagati sui finanziamenti nell’economia reale: infatti, il tasso dei titoli di stato è il rendimento base, senza rischio, nel calcolo del rendimento degli altri titoli”.
Avvocato Alberto Rizzo, quali sono i risultati della situazione descritta dal Banchiere Ghisolfi?
“Al contrario di quanto si potrebbe pensare, la massima spesa per le famiglie non avviene a tassi prossimi allo zero dei titoli di stato, ma con un rendimento attorno al 4%. Perché questo avviene? Per una serie di ragioni. In primo luogo, i tassi eccessivamente bassi obbligano nei sistemi a previdenza privata a risparmiare di più per avere una pensione decente; inoltre, nei sistemi a pensione pubblica, comunque il rendimento del risparmio privato è molto basso e non incentiva il consumo; infine, i tassi bassi non si ripercuotono sui tassi al consumo. Vi faccio un esempio pratico e di stampo europeo: i tassi di interesse sui titoli di stato europei variano fra lo -0,7 % tedesco ed il 1,6% italiano. I tassi applicati dalla BCE sono -0,5% sui depositi, e 0 % sui finanziamenti: eppure i tassi applicati, ad esempio, da FCA e VW per l’acquisto delle auto sono: – Fiat Panda TAEG 9,59%; VW UP. 8,07%. Appare evidente, quindi, che i tassi zero non si ripercuotono sul consumo”.
Quindi l’azione delle Banche Centrali non riesce a dare stimolo all’economia, anche abbassando i tassi di interesse a zero. Sarebbe necessario trovare degli strumenti per far giungere il denaro a chi consuma in modo diretto, ma senza ridurre eccessivamente gli interessi sulle attività finanziarie. Se fosse il tempo dell’helicopter money Professor Ghisolfi?
“È dall’inizio di questa pandemia che lo sostengo, al momento completamente inascoltato da parte del governo italian. A tagliare per primo il traguardo in questa direzione è stato il gruppo angloamericano, con il Premier britannico Boris Johnson ed il Presidente statunitense Donald Trump, che ho personalmente incontrato lo scorso 16 ottobre alla Casa Bianca. Entrambi sono fautori della linea di azione dell’helicopter money: in pratica, aiuti immediati alle persone come fossero le banconote lanciate dall’elicottero teorizzato dal grande economista Milton Friedman. A livello UE, oltre al Regno Unito, la Germania della Merkel si è mossa con un approccio analogo per garantire i redditi ed i salari con iniezioni monetarie per combattere la certezza del contagio virale alla economia. L’Italia, purtroppo, non ha dimostrato alcuna capacità di ascolto. E le conseguenze si vedranno, con un autunno che si presenterà decisamente caldo”.