L’incontro tra Ghisolfi e Trump segna l’avvio del percorso
“Dopo mezz’ora apparve Trump. La fortuna che, come diceva mia madre, mi assiste dalla nascita volle che mi trovassi proprio sulla porta dalla quale sbucò il Presidente. Lui mi salutò con grande enfasi e i fotografi scattarono. L’incontro durò due minuti. Il Presidente mi parve non diverso da come ne parlano i giornali. In serata tardi mi chiamò un amico dallo Sri Lanka. La foto era arrivata anche là“. È la chiusa centrale dell’ultimo successo di Beppe Ghisolfi, banchiere e scrittore internazionale, che – per i tipi della Aragno Edizioni – ha da poco dato alle stampe “Visti da vicino“.
In Provincia di Cuneo è l’unico personaggio che ha incontrato il Presidente statunitense, insieme al Prof. Siniscalco (domiciliato a Cervere, come Ghisolfi), il quale ha organizzato – nell’autunno dello scorso anno – lo storico incontro con il Presidente Trump. Molti anni sono passati dai tempi della guerra fredda statunitense, insieme al Prof. Siniscalco (domiciliato a Cervere, come Ghisolfi), il quale ha organizzato – nell’autunno dello scorso anno – lo storico incontro con il Presidente Trump. Molti anni sono passati dai tempi della guerra fredda tra Usa e Unione Sovietica. In allora, il grande incubo degli americani era l’avvicinamento del nostro Paese all’Urss. L’Italia serviva forte economicamente ed occorreva che diventasse la quarta potenza mondiale.
La crescita del nostro Paese era un argine contro le sirene del comunismo. Nessuno reputò di sottrarre la sovranità monetaria all’Italia, dato che quella scelta ne avrebbe causato l’inesorabile declino. Ma, con la dissoluzione dell’Unione Sovietica nel corso del 1991, l’Italia venne portata immediatamente nei vincoli del Trattato di Maastricht. Il nostro Paese non serviva più forte e sovrano. Occorreva, quindi, immediatamente cambiare l’indell’Unione Sovietica nel corso del 1991, l’Italia venne portata immediatamente nei vincoli del Trattato di Maastricht. Il nostro Paese non serviva più forte e sovrano. Occorreva, quindi, immediatamente cambiare l’intera classe politica dei cosiddetti disobbedienti. Ed è proprio quello che accadde.
Ma la storia è ciclica. Ed oggi l’Italia rischia di cedere alle proposte lusinghiere che arrivano dalla Cina, come la Via della Seta. Quindi il Paese europeo che ospita più basi Nato rischia di diventare una succursale cinese. Con infrastrutture, come il 5G, che permetterebbe di spiare le comunicazioni che avvengono su un territorio ritenuto tanto strategico dagli Usa. Per queste ragioni, ma non soltanto, c’è bisogno che l’Italia ritorni forte e sovrana. Gli americani l’hanno capito e se Trump dovesse vincere, come crediamo, le elezioni del prossimo novembre, inizierà uno scontro senza precedenti tra l’amministrazione americana e l’Unione europea a dominio tedesco. Per questo, ma non solo per questo, è stato fondamentale l’incontro del 16 ottobre 2019, tra Beppe Ghisolfi e Donald Trump.
Un Presidente, tra le altre, che ha recentemente vinto la propria battaglia contro il corona virus. Al riguardo, fonti vicine alla Casa Bianca ci hanno riferito la seguente dichiarazione, che rimane fuori dalle manipolazioni della stampa ufficiale nostrana: “Mi sento meglio di 20 anni fa. Non aver paura di Covid. Non lasciare che domini la tua vita“. Ora Trump potrà dire al mondo intero che il Covid non è letale e potrà decisamente porre fine, una volta per tutte, a questa colossale operazione terroristica, nella quale la cura rischia seriamente di rivelarsi peggiore della malattia.
La Piazza Grande, 13 ottobre 2019
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