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Perché la stupenda frase la giustizia è uguale per tutti è scritta alle spalle, e non davanti ai magistrati?

GIULIO ANDREOTTI
L’autocertificazione: profili di legittimità

1. Utilizzo dell’autocertificazione nell’emergenza pandemica L’uso dell’autocertificazione è diventato, ormai, parte integrante della nostra vita, almeno per coloro che hanno avuto intenzione di uscire dalle mura di casa prima del 18 maggio 2020. In pratica, tutti ci siamo trovati nella condizione di dover giustificare chi siamo, dove abitiamo, dove stiamo andando e perché. Tutto questo...

Covid e mascherine

Sono trascorsi diversi mesi dall’inizio dell’emergenza scatenata dal Covid-2019, eppure il virus non cessa di essere il protagonista indiscusso dei nostri pensieri e diuturni discorsi. Di cose se ne sono dette tante – anche troppe – e si continua a dirne. Certamente, uno degli argomenti su cui tutti hanno espresso il proprio parere è la...

Allarme Covid-19, ma quanto si possono limitare i diritti?

Fin dove lo Stato e le autorità locali possono spingersi a limitare la libertà dei cittadini per fronteggiare uno stato di emergenza sanitaria come l’attuale? La questione ha acceso il dibattito tra i giuristi (si veda anche l’articolo a pag. 12, ndr). Ne abbiamo parlato con l’avvocato braidese Alberto Rizzo, cassazionista e direttore generale dell’Accademia...

Quarantena: il deficit democratico

Prima o poi si uscirà dalla pandemia da Covid-19. L’umanità, in passato, ha già superato altre durissime prove, ben più pericolose, uscendone sempre viva, riportando più di una semplice frattura alle ossa. Superare la crisi economica e finanziaria che sta avanzando sarà, invece, decisamente più difficile. Si assisterà sicuramente ad un crollo del PIL, congiunto...

Buoni postali: i risparmiatori continuano a recuperare decine di migliaia di euro

L’Avvocato Alberto Rizzo di Bra, in Provincia di Cuneo, a seguito di tre distinti ricorsi presentati innanzi all’Arbitro Bancario Finanziario di Torino, ha visto accogliere tutte le richieste di rimborso, con conseguente condanna a carico di Poste Italiane di corrispondere ai risparmiatori quanto risultante nella tabella posta nel retro dei buoni fruttiferi, e non i minori importi che aveva determinato unilateralmente Poste.

Il titolare di società che affitta immobili non è tenuto ai versamenti Inps

Gli ispettori dell’Inps contestavano alla titolare di un’impresa cheraschese il mancato versamento dei contributi dovuti a seguito della sua iscrizione d’ufficio alla Gestione Commercianti, per gli anni dal 2014 al 2017, a causa dell’attività svolta come gestore del patrimonio immobiliare di proprietà, senza tuttavia aver esercitato alcuna attività di amministrazione e gestione diversa dalla mera locazione degli immobili acquisiti in capo alla stessa società.

Inps e patrimoni

Il titolare di una società che si occupi semplicemente di gestire un patrimonio immobiliare con l’affitto degli immobili stessi, non deve pagare i contributi Inps. A dirlo è la sentenza 12 del 2020 depositata dal tribunale di Cuneo, che ha accettato il ricorso dell’avvocato Alberto Rizzo di Bra. Il legale ha difeso la responsabile di un’azienda nel Cheraschese, alla quale l’Inps aveva richiesto arretrati per 15 mila euro relativi agli anni dal 2014 al 2017.

Quote latte, il tribunale di Asti prescrive

Nel mese di settembre il Tribunale di Asti è intervenuto sull’annosa questione delle quote latte. Nello specifico, un imprenditore agricolo, dopo essersi rivolto allo studio dell’avvocato braidese Alberto Rizzo a seguito della notifica di una cartella esattoriale da parte dell’Agea (Agenzia statale subentrata ad Eima nella gestione delle quote latte), è riuscito ad ottenere una pronuncia, probabilmente una delle prime in Italia, con la quale il Tribunale astigiano, aderendo in pieno alle difese svolte dal legale, ha riconosciuto l’intervenuta prescrizione dei crediti erariali.

Sconfitta per le quote latte

Il sistema delle “quote latte” cioè il quantitativo massimo di latte, che venne stabilito a livello comunitario nel 1980, producibile da un’azienda lattiero-casearia e allo sforamento del quale si determina una “multa” che i produttori devono pagare alla stessa Unione Europea è stata, per trent’anni, una vera e propria spada di Damocle sulla testa degli allevatori italiani.

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