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Cultura CivicaUmanità e transumanesimo: intervista agli avvocati, Alberto Rizzo e Cristiano Burdese, sugli aspetti più scottanti della pandemia

1 Maggio 2021

Gli avvocati  Alberto Rizzo e Cristiano Burdese affrontano domande scomode in “uno dei momenti più vergognosi della storia italiana” con una professionalità e limpidezza degne di Lancillotto e San Giorgio, ognuno alle prese con il suo… Drago! Le loro armi sono il codice penale e il codice civile, armi affilate e sguainate, pronte a combattere per difendere la Giustizia soprattutto quando viene calpestata in modo così macroscopico e inammissibile come ai giorni nostri.

 

Dalla laurea in Giurisprudenza conseguita a pieni voti, tutto il loro percorso è costellato di successi realizzati nei confronti della tutela dei soggetti bisognosi non solo di un “avvocato”, ma di qualcuno che sia in gradi di percepire l’insieme delle situazioni e rendere in equilibrio il contesto per quanto ciò possa apparire impervio.

Tra Antigone e Creonte scelgono entrambi la donna, la sorella pietosa che dà onorata sepoltura al fratello giustiziato, come fosse la proiezione della loro anima che va al di là della mera interpretazione della Legge e lascia spazio all’umanità.

Il curriculum di ognuno di loro è formato da diverse pagine con incarichi di grossa responsabilità e sono rintracciabili sul web:
Cristiano Burdese: https://agcavvocati.org
Alberto Rizzo: https://avvocatoalbertorizzo.it/avvocato-alberto-rizzo/

 


 

Alberto Rizzo

Chicca Morone: La legge penale deve cercare equilibrio fra libertà individuale e tutela della collettività: come si può applicare questo concetto oggi nel caos esistente?

Avv. Alberto Rizzo:  Quando gli storici futuri avranno chiarito che cosa era veramente in gioco nella pandemia, questo periodo apparirà come uno dei momenti più vergognosi della storia italiana e coloro che lo hanno guidato e governato, come degli irresponsabili privi di ogni scrupolo etico.

Una società che vive in un perenne stato di emergenza non può essere una società libera.

Noi di fatto viviamo in una società che ha sacrificato la libertà alle cosiddette «ragioni di sicurezza» e si è condannata per questo a vivere in un perenne stato di paura e di insicurezza.

Continuare a cercare la verità

L’umanità sta entrando in una fase della sua storia in cui la verità viene ridotta a un momento nel movimento del falso: vero è quel discorso falso che deve essere tenuto per vero anche quando la sua non verità viene dimostrata.

Il pensiero di coloro che continuano a cercare la verità e rifiutano la menzogna dominante sarà, come già sta accadendo sotto i nostri occhi, escluso ed accusato di diffondere notizie false: notizie, non idee, poiché la notizia è più importante della realtà!

È difficile decidere se noi viviamo oggi in Europa in una democrazia che assume forme sempre più dispotiche di controllo o in uno Stato totalitario che si maschera da democrazia. Dovrebbe farci attentamente riflettere il fatto che il primo esempio di una legislazione in cui uno Stato si assume programmaticamente la cura della salute dei cittadini è l’eugenetica nazista.

Un’emergenza fondata sulla mistificazione

C.M.: Tamponi non attendibili ci danno informazioni sbagliate e ci tengono in scacco: case farmaceutiche perseguibili e in che modo?

A.R.: Gran parte dell’emergenza sanitaria si fonda sulla mistificazione.

Si tratta del controllo di un’epidemia condotto attraverso la conta dei contagiati.

Per imporre lockdown (chiusure) tramite la rilevazione della presenza di parti di genoma del virus nelle mucose delle persone, con un test molecolare (tampone).

Questa follia tecnicistica, che è un’aberrazione assurda della corretta visione scientifica del problema, è il presupposto legittimante di tutto l’impianto “ideologico” del regime terapeutico globale.

Abbiamo sviluppato questi concetti in questo articolo, ripreso dalla rivista specialistica BANCAFINANZA, diretta dal Professor Beppe Ghisolfi, Vice Presidente del Gruppo Europeo delle Casse di Risparmio, consultabile a questo indirizzo: https://avvocatoalbertorizzo.it/tag/spes-contra-spem/

La contraddittorietà delle circolari

C.M.: È stata fatta un’ordinanza nella quale si “sconsigliavano le autopsie” e sono stati cremati i “corpi” del reato. Quanto perseguibili?

A.R.: Ricordiamo sul punto la battaglia portata avanti dal direttore di Medicina Legale dell’Università di Catania, il professor Cristoforo Pomara, che ha contestato duramente le scelte del ministero della Salute.

Il più giovane professore ordinario di Medicina legale d’Italia aveva evidenziato, già a maggio dello scorso anno, la contraddittorietà delle circolari ministeriali, unita al fatto che le norme non potevano cambiare in relazione al quadro epidemiologico: se si sono svolti esami autoptici per la “mucca pazza”, perché per il covid-19 non si è potuto svolgerli?

Per tutta la fase emergenziale le autopsie nei casi covid-19 sono state “sconsigliate” da circolari del ministero della Salute.

«Per l’intero periodo della fase emergenziale – si legge nell’ultima circolare del 4 maggio 2020 – non si dovrebbe procedere all’esecuzione di autopsie o riscontri diagnostici nei casi conclamati di covid-19, sia se deceduti in corso di ricovero presso un reparto ospedaliero, sia se deceduti presso il proprio domicilio».

Lo sconsiglio

La circolare ministeriale, però, sconsiglia apertamente le autopsie, anche se pare contraddirsi sul tema:

– nel capo B sottolineava, infatti, che «con il decesso cessano le funzioni vitali esi riduce nettamente il pericolo di contagio (infatti la trasmissione del virus è prevalentemente per droplets e per contatto) e che il paziente deceduto, a respirazione e motilità cessate, non è fonte di dispersione del virus nell’ambiente»;

– ma nel capo C, nonostante queste premesse, si chiede alle Direzioni sanitarie di ciascuna regione: «di dare indicazioni finalizzate a limitare l’esecuzione dei riscontri diagnostici ai soli casi volti alla diagnosi di causa del decesso, limitando allo stretto necessario quelli da eseguire per motivi di studio e approfondimento».

Solo da giugno dello scorso anno, il Ministero ha cambiato la disposizione.

Autopsie colpevolmente sottovalutate

Questa prescrizione ha prodotto risultati paradossali: uno studio autoptico sui malati di covid-19 sarebbe stato fondamentale, soprattutto nella prima fase, mentre lo stop ha costituito un vero e proprio “lockdown della scienza” che non ha riguardato solo l’Italia, ma tutta la comunità internazionale.

Su oltre 9mila articoli che sono usciti in meno di 35 giorni dall’inizio dell’emergenza sanitaria, solo uno parlava di uno studio autoptico, condotto su due casi (un campione non significativo).

Anche in Germania l’Istituto Koch aveva sconsigliato le autopsie, ma alcuni Land hanno attuato una politica completamente diversa.

Ad Amburgo, per esempio, si è deciso sin dall’inizio della dichiarazione di epidemia che le autopsie dovevano essere fatte obbligatoriamente. Doveva essere il percorso obbligato per completare una diagnosi. Queste autopsie sono state eseguite dai medici legali con il contributo di radiologi, clinici medici, infettivologi: tutti hanno potuto studiare in tempo reale i risultati delle autopsie.

Non poter eseguire l’autopsia è un gravissimo limite allo sviluppo della scienza, alla ricerca e alla conoscenza clinica di una malattia che ancora oggi presenta moltissimi aspetti oscuri.

L’intervento di Speranza

Alla fine anche il ministro della Salute Speranza è dovuto intervenire dichiarando che non c’è stato alcun divieto per lo svolgimento delle autopsie, ma che sono state date indicazioni su come svolgerle in sicurezza.

Non è corretto, tuttavia, che si muti il quadro dell’indicazione della circolare in relazione al quadro epidemiologico: può ingenerare il sospetto che ancora non si sia accettato il valore scientifico e diagnostico dell’autopsia.

Il quesito è elementare: cosa vuol dire che è cambiata la condizione epidemiologica e non c’è più bisogno di dire che non andrebbero fatte? Se il quadro epidemiologico dovesse precipitare nuovamente, torneremmo nella condizione nella quale le autopsie non andrebbero fatte? E se un domani non fosse un virus ma fosse un batterio, o un nuovo prione, cosa faremmo?

Questo non è accettabile. Da nessun punto di vista: il valore diagnostico e scientifico dell’autopsia non può essere mutuato dall’andamento epidemiologico. Esso è un valore assoluto e uno strumento irrinunciabile.

L’impossibilità di svolgere le autopsie è stata dunque un’enorme occasione persa, perché avremmo capito prima come agisce questo virus.

Ma probabilmente fa parte di un progetto e di un ordito più esteso, pianificato a livello internazionale.

 


Cristiano Burdese

Chicca Morone:  Che cosa intendete affermare?

Cristiano Burdese: Alcuni mesi fa, l’avvocato Reiner Fuellmich ci ha informato dei suoi piani di citare in giudizio l’OMS, per crimini contro l’umanità.

È uno degli avvocati più potenti in Europa, e sta attualmente preparando la più grande azione legale collettiva della storia, nota anche come “Norimberga 2”.

Pochi giorni fa, Fuellmich ha affermato che: “C’è luce alla fine del tunnel. Abbiamo vinto cause legali e ne vinceremo molte di più. Questi sono i peggiori crimini contro l’umanità mai commessi. I vaccini corona non hanno nulla a che fare con la vaccinazione, ma fanno parte di esperimenti genetici”.

Fuellmich ha aggiunto che i “giocatori della partita” stanno commettendo molti errori dietro le quinte: crede, ad esempio, che i produttori di vaccini non si aspettassero così tanti effetti collaterali e decessi negli ultimi tempi.

Servirà un tribunale speciale?

Originariamente avevano pianificato di non implementare l’intero scenario fino al 2050, poi le persone che tiravano le fila sono diventate avide e hanno deciso di portare a termine i piani molto prima.

“Penso che sia per questo che commettono così tanti errori: potrebbe essere necessario un tribunale speciale per Norimberga 2, poiché ora è così grande che potrebbe essere fuori dalla portata dei tribunali nazionali.”.

L’avvocato ha proseguito affermando che ci sono le prove.

Europa: principale campo di battaglia.

L’Europa, un campo di battaglia

C.M.: Chi sono queste persone che tirano le fila e cosa vogliono affermare?

C.B.: Secondo Fuellmich, si tratta di un gruppo di circa 3000 super ricchi.

Questo gruppo include la cricca di Davos e pretendono di avere il pieno controllo sulle persone.

“Corrompono medici, personale ospedaliero e politici. Le persone che non collaborano sono minacciate. Usano tutti i tipi di tecniche psicologiche per manipolare le persone”.

Fuellmich ha anche spiegato perché l’Europa è il principale campo di battaglia in questa guerra.

“L’Europa è completamente in bancarotta. I fondi pensione sono stati completamente saccheggiati per cui vogliono tenere l’Europa sotto controllo prima che la gente sappia cosa stia succedendo”.

Molte persone moriranno.

I media mainstream fingono che la maggioranza delle persone sia a favore dell’azione. Secondo l’avvocato, non è certo così. Quasi tutti quelli con cui parla in Germania sanno che, ad esempio, una maschera facciale non aiuta e vengono informati tramite media alternativi. “I vecchi media stanno morendo”.

Perché si è deciso di nascondere la verità?

C.M.: Il Suo consiglio?

C.B.: Diffondi il più possibile verità e fatti: non sprecare le tue energie su persone che cercano disperatamente di vaccinarsi perché “Non possiamo salvare tutti. Molte persone moriranno [purtroppo].”

C.M.: Gli eredi delle persone decedute a cui non è stata applicata la cura del sangue iperimmune o il Plaquenil (idrossiclorochina) possono chiedere risarcimento e sono perseguibili le strutture che non ne hanno fatto uso?

C.B.: Tenderei ad escludere che tale possibilità abbia una buona percentuale di successo, se non nel caso in cui si provasse il comportamento doloso – e non meramente colposo anche se connotato da particolare “gravità” – degli esponenti pubblici che, pur sapendo, hanno deliberatamente deciso di nascondere la Verità per ragioni più o meno confessabili e rivelabili.

Il popolo lo vuole

C.M.: In data 21 aprile siamo passati dai dpcm di Conte ai decreti di Draghi alla EMANAZIONE DEL DECRETO LEGGE del presidente della Repubblica: quali le differenze?

C.B.: Dal punto di vista meramente formale è evidente un’escalation normativa delle fonti giuridiche. Siamo davanti a un provvedimento con forza di legge – seppur in attesa di conversione – che non può essere meramente disapplicato dal Giudice ma che, eventualmente, necessita di ricorrere alla Corte Costituzionale per illegittimità del medesimo.

È intuitivo quanto questa strada sia più impervia e, con ogni probabilità, di non facile accoglimento per la semplice, quanto decisiva, ragione che stiamo assistendo a un cambio di paradigma nella nostra società. Quello che viene contrabbandato come “salute pubblica” assurge a una preminenza sul diritto costituzionale alla libertà di cura e, più in generale, alla libertà personale.

Se questo “scontro” tra norme costituzionali avviene in una società come quella attuale nella quale, più o meno consapevolmente, i cittadini esprimono una prevalenza verso la “salute pubblica”, il risultato è scontato. La genialità del piano complessivo è che le istituzioni nel loro complesso – presumo anche la Corte Costituzionale – potranno sempre motivare le proprie decisioni sulla base del “sentire comune”. In altri termini: “Il popolo lo vuole”.

C.M.: Quanto è condannabile la presenza di lobby nei confronti della salute pubblica?

C.B.: Condannare è inutile, quando tutto il sistema attuale in praticamente ogni parte del globo è strutturato sulla base prima del denaro e quindi del potere di prevaricazione. È una condizione della società umana che, francamente, non ritengo possa essere modificata se non con l’avvento di una visione che ponga al centro l’Uomo – esponente del quarto regno di natura secondo l’impostazione esoterica -, il suo retaggio naturale (il DNA umano) e l’evoluzione del medesimo in maniera armonica con il pianeta in cui attualmente vive. È comprensibile quanto non sia così facile essere ottimisti in questo momento che rappresenta, a mio parere, il momento più oscuro della nostra civiltà.

Garantire l’informazione

C.M.:  La risoluzione 2631 dell’Assemblea Parlamentare Europea (data 27/01/2021) recita:

«7.3. per garantire un elevato livello di accettazione dei vaccini

7.3.1. occorre garantire che i cittadini siano informati che la vaccinazione non è obbligatoria e che nessuno subisca pressioni politiche, sociali o di altro tipo per farsi vaccinare, se non vuole farlo personalmente». Come contrastare giuridicamente quel che viene fatto, contrariamente a queste disposizioni, visto che è un farmaco sperimentale?

C.B.: Guardi, molti si stanno già muovendo in questo senso, anche se la lotta è contro gli esponenti più potenti del mondo con, oltretutto, il sostegno di gran parte degli individui che, magari inconsapevolmente, stanno rinforzando questo sistema.

Diritti negati

C.M.: Se è sperimentale, cosa ovvia oggi, non dovremmo firmare un consenso? Questo però è una contraddizione alla obbligatorietà…

C.B.: Il consenso è ovviamente imprescindibile. Come questo si possa conciliare con l’obbligatorietà, per adesso, di alcune categorie è un’acrobazia giuridica che, francamente, mi pare impossibile, anche se sono certo che le pronunce giudiziarie, ovviamente fondamentali in questo ambito, ci riusciranno abilmente.

C.M.: Quanto, da un punto di vista giuridico, abbiamo il diritto di conoscere i componenti dei medicinali, una volta depositati i brevetti?

C.B.: È un diritto sacrosanto e sancito anche a livello internazionale. Temo però che continuerà a non essere applicato né tutelato.

I possibili risvolti penali

C.M.: Molti medici si sono rifiutati di visitare i malati a domicilio, creando condizioni non solo psicologiche, ma anche reali di sovraffollamento in ospedali. Risvolti penali?

C.B.: Guardi, astrattamente si potrebbe ipotizzare un’omissione di un dovere derivante da una posizione di garanzia legata alla tutela del malato da parte di soggetti pagati dalla collettività che proprio quel compito dovrebbero svolgere. In realtà, sarebbe molto facile eccepire una causa di giustificazione sostenibile sulla – tutta da dimostrare – pericolosità infettiva della malattia, che però è presentata e accettata come tale.

C.M.:  Dante mette i traditori nel nono cerchio, vicino a Lucifero: quale è, secondo Lei, il reato peggiore?

C.B.: In senso atecnico, barattare la nostra Umanità con un qualcosa di oscuro che va sotto il nome di “transumanesimo”, cioè di individui geneticamente modificati che ripudiano il proprio lignaggio per diventare, forse più immuni, magari più resistenti ma sicuramente non più ammantati di tutte quelle caratteristiche divine che hanno contraddistinto da millenni il nostro genere.

 


 

Tra Antigone e Creonte

Chicca Morone:  Antigone o Creonte?

Per l’avvocato Cristiano Burdese “Antigone rappresenta forse la difesa delle leggi universali o divine rispetto alla legge degli uomini, che è basata sul potere sugli altri uomini e sul controllo della libertà dei medesimi.”

Anche per l’avvocato Alberto Rizzo la scelta cade su “Antigone, perché – in fin dei conti – metterci in discussione e cambiare la nostra visione del Mondo è molto difficile, ma assolutamente necessario al tempo!”

 

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Civico20News del 1 maggio 2021

 

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